La palamita è un pesce azzurro appartenente alla famiglia degli Scombridae, la stessa di tonni e sgombri. Si tratta di un predatore pelagico, dal corpo affusolato e muscoloso, caratterizzato da una livrea argentea con striature nere orizzontali sul dorso. Può raggiungere i 70 cm di lunghezza e superare i 5 kg di peso. La carne della palamita è compatta, di colore rosso intenso, dal sapore deciso e aromatico. È molto apprezzata per la sua versatilità in cucina e per il suo profilo nutrizionale, che la rende una valida alternativa al tonno, più economica ma altrettanto gustosa.
Origine e diffusione
La palamita è diffusa nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e lungo le coste orientali dell’Oceano Atlantico. In Italia è presente in tutte le acque costiere, ma particolarmente abbondante nel Tirreno centrale e meridionale, specialmente in autunno. È un pesce stagionale, che si pesca principalmente tra settembre e dicembre. La pesca della palamita avviene con reti da traino, palamiti e reti fisse. Tradizionalmente è molto apprezzata in regioni come la Toscana, la Liguria e la Sicilia, dove viene cucinata in umido, grigliata o sott’olio.
Caratteristiche della palamita
La palamita ha un corpo fusiforme e slanciato, con un muso appuntito, occhi grandi e una bocca ampia provvista di denti aguzzi. Il dorso è blu metallico con linee scure trasversali, i fianchi e il ventre sono argentati. Non possiede vescica natatoria, per cui è costretta a nuotare continuamente. La carne è rossa e ricca di sangue, simile a quella del tonno, ma meno grassa e con un gusto più rustico. Una volta cotta, tende a diventare compatta e saporita, ideale per piatti intensi e decisi.
Varietà e specie simili
La palamita appartiene al genere Sarda, specie Sarda sarda, da non confondere con la bonito del Pacifico (Sarda chiliensis) o con la alalunga (tonno bianco). Tra le specie simili per aspetto e utilizzo troviamo:
- Sgombro: più piccolo e grasso, dalla carne morbida e sapore più dolce.
- Tonnetto alletterato: simile per aspetto, ma con carne più scura e fibrosa.
- Tombarello: parente stretto, meno pregiato, ma comunque commestibile.
- Tonno rosso: molto più grande, costoso e delicato.
Le differenze principali stanno nella consistenza delle carni, nel valore commerciale e nelle tecniche di pesca.
Stagionalità della palamita
La stagione migliore per la palamita va da settembre a dicembre, con picchi di cattura in autunno inoltrato. Durante questo periodo il pesce è più grasso, saporito e adatto a ogni tipo di preparazione. Fuori stagione è raro trovarla fresca, ma si può acquistare conservata sott’olio o congelata. La palamita è un pesce che non si presta bene all’allevamento, quindi è disponibile solo da pesca.
Valori nutrizionali della palamita
La palamita è un alimento ricco di proteine, grassi insaturi e omega-3, pur avendo un apporto calorico moderato. Ecco i valori medi per 100 g di prodotto:
Componente | Quantità |
---|---|
Energia | 157 kcal |
Proteine | 22,5 g |
Grassi | 7,5 g |
Omega-3 | 1,3 g |
Colesterolo | 60 mg |
Sodio | 55 mg |
Potassio | 350 mg |
Vitamina B12 | 8 mcg |
Ferro | 1,5 mg |
Questi valori la rendono un pesce nutriente, adatto anche a sportivi e a chi segue una dieta mediterranea bilanciata.
Proprietà e benefici
La palamita apporta numerosi benefici per la salute. Gli acidi grassi omega-3 favoriscono la salute cardiovascolare, mentre le proteine nobili supportano il mantenimento della massa muscolare. È una buona fonte di ferro, utile contro l’anemia, e di vitamina B12, fondamentale per il sistema nervoso. Inoltre, la presenza di fosforo e potassio contribuisce al benessere muscolare e osseo. Grazie al suo profilo lipidico equilibrato, è indicata per chi cerca un pesce ricco di sapore ma con moderato contenuto calorico.
Differenze con il tonno
La palamita è spesso paragonata al tonno, ma presenta alcune differenze significative. Innanzitutto, ha una pezzatura più piccola e una carne dal gusto più deciso. È meno grassa rispetto al tonno rosso e più rustica nella consistenza. Il colore è simile, ma la palamita ha un sapore più intenso, che si presta bene a cotture forti o conserve sott’olio. Inoltre, essendo pescata localmente, è spesso più sostenibile e economica. In cucina, può essere usata come alternativa al tonno, soprattutto per piatti tradizionali e saporiti.
Come scegliere la palamita
Una buona palamita fresca si riconosce da:
- Occhi vivi e non infossati
- Carne soda al tatto e senza odore sgradevole
- Colore della pelle brillante e metallico
- Sangue rosso vivo all’interno, senza annerimenti
Se acquistata a tranci, controlla che le fette siano compatte, umide ma non viscide, e con bordo netto. È preferibile acquistarla intera per verificarne la freschezza complessiva, soprattutto se pescata localmente.
Come pulire e preparare la palamita
La pulizia della palamita richiede un po’ di attenzione, data la consistenza delle carni. Dopo aver rimosso le interiora e le branchie, si sciacqua bene sotto acqua corrente. Per ottenere i filetti, si pratica un’incisione dietro le branchie e si segue la spina dorsale fino alla coda. È importante rimuovere le lische e la pelle se si desidera una preparazione più raffinata. Può essere tagliata a tranci o sfilettata a seconda del tipo di cottura.
Come cucinare la palamita
La palamita si presta a molte cotture, ma essendo un pesce dal gusto deciso, si abbina bene a preparazioni intense. Ecco le principali, con i relativi tempi:
- Alla griglia: tranci spessi cotti 4-5 minuti per lato
- Al forno: con pomodorini, cipolla e aromi, a 180°C per 25 minuti
- In padella: con aglio e capperi, per 6-8 minuti
- In umido: con pomodoro e olive, per 20-25 minuti a fuoco dolce
- Sott’olio: bollita in acqua aromatizzata per 15 minuti, poi invasata
È importante non prolungare troppo la cottura per evitare che la carne si secchi o diventi stopposa.
Abbinamenti consigliati
La palamita si abbina bene a sapori mediterranei e intensi. Ottimi accostamenti sono:
- Pomodorini, cipolle rosse, olive nere
- Capperi, origano, aglio
- Verdure grigliate o patate al forno
- Pane tostato, salse allo yogurt, limone
- Cereali integrali come farro e orzo
La sua carne saporita regge condimenti importanti senza perdere identità.
Conservazione della palamita
La palamita cruda va conservata in frigorifero tra 0°C e 4°C, preferibilmente intera o in tranci avvolti nella carta per alimenti. Va consumata entro 24 ore. Se vuoi conservarla più a lungo, puoi congelarla a -18°C per un massimo di 2-3 mesi.
La palamita cotta si mantiene in frigo per 1-2 giorni, chiusa in un contenitore ermetico. È ottima anche sott’olio: una volta bollita, si può invasare e conservare in dispensa per settimane, se ben sterilizzata.
Curiosità sulla palamita
- In Toscana è protagonista della Palamita sott’olio di San Vincenzo, presidio Slow Food
- Era considerata un “pesce povero”, oggi è rivalutata per la qualità nutrizionale
- Il nome deriva dal greco pelamys, che significa “pesce giovane e veloce”
- Si dice che per i pescatori siciliani porti fortuna incontrarla durante la stagione autunnale
Conclusioni
La palamita è un pesce azzurro ricco di nutrienti, dal sapore deciso e autentico. Economica, sostenibile e poco sfruttata, rappresenta una scelta perfetta per chi cerca un’alternativa al tonno, senza rinunciare a gusto e benefici. Con la sua carne soda e saporita, si presta a cotture versatili, dalle più semplici alle più complesse. Un ingrediente da riscoprire, valorizzando la stagionalità e la tradizione culinaria italiana.